Lavoretti in vendita, l’asilo chiede ai genitori 1.200 euro per i disegni dei figli
Quanto vale lo scarabocchio di tuo figlio? Se fosse iscritto ad un asilo del Queensland, in Australia, la cifra sarebbe pari a 2.200 dollari australiani, quasi 1.200 euro. Questa, infatti, è la somma richiesta a decine di famiglie dal Craigslea Community Kindergarten and Preschool di Brisbane, per ottenere la restituzione delle “opere d’arte” dei propri figli.
L’asilo, indebitato da tempo, ha presentato la richiesta via mail come un’iniziativa di raccolta fondi per affrontare una notevole quantità di conti in sospeso, tra i quali configuravano anche i pagamenti arretrati dovuti agli educatori della struttura. Il piano prevedeva di vendere i portfoli che contenevano “scarabocchi casuali e macchie d’inchiostro” oltre a “fotografie dei bambini mentre creavano i loro lavoretti”, per racimolare la cifra necessaria a coprire l’equivalente di 23 mila euro di debiti accumulati.
L’insistenza del centro è stata immediatamente condannata. Il premier del Queensland ha definito la pratica un “ricatto emotivo”, una richiesta criticata anche per essere “non in linea con i valori australiani” e “sbagliata su tutti i fronti”.
Lo sfondo della crisi e la gestione turbolenta
La storia nasce quando la scuola, una struttura gestita dalla comunità e collegata alla Creche and Kindergarten Association (C&K), non riesce più a far quadrare i conti. L’associazione è la più grande fornitrice di servizi per l’infanzia nello Stato e aiuta a distribuire i fondi pubblici tra le varie strutture, ma le attività quotidiane e come vengono spesi quei soldi è una responsabilità della singola struttura. Responsabilità che è venuta meno quando, il mese scorso, una disputa interna al comitato dell’asilo ha portato alle dimissioni congiunte del presidente, del vicepresidente e del segretario.
Il tesoriere, Thomas D’Souza, ha assunto la guida del centro, ha licenziato lo staff esistente e assunto personale interinale. Molte famiglie hanno reagito ritirando i propri figli dall’asilo. In seguito alle lamentele riguardanti D’Souza come unico membro del comitato, la C&K ha bloccato i finanziamenti in attesa di un’indagine sulla gestione. Il centro ha poi comunicato di non essere in grado di saldare i debiti.
Ed è qui che nasce la “brillante” idea. In altre parole, oltre il danno, anche la beffa. L’assurda richiesta è arrivata la scorsa settimana, quando i genitori sono stati informati via email della situazione e, poche ore dopo, hanno ricevuto un secondo messaggio che annunciava il progetto di vendere l’arte dei bambini per l’equivalente di 1.230 euro al pezzo come contributo per risanare i debiti e tenere così aperto l’asilo.
L’indignazione e il presunto “furto notturno”
È il programma A Current Affair a raccontare la vicenda. In una mail, la struttura scriveva: “È il nostro turno di parlare”. Il messaggio continuava con la notizia che l’asilo non era più in grado di pagare i propri debiti e poi, un invito a pagare per gli scarabocchi dei figli. La richiesta ha scioccato i genitori. Brooke Dolan, una madre di uno dei bambini iscritti alla scuola ha affermato al programma che la situazione era “assolutamente ridicola“. La madre ha raccontato di essere stata denunciata alla polizia dal centro dopo aver portato via i lavoretti del figlio senza effettuare il pagamento richiesto.
La polizia del Queensland ha anche confermato di aver ricevuto segnalazioni circa un presunto “furto con scasso notturno” avvenuto due settimane prima presso l’asilo e stava indagando sull’incidente.
My kids’ paintings weren’t Picassos, but they were still special to me. pic.twitter.com/h74kFjdpYL
— David Crisafulli (@DavidCrisafulli) September 24, 2025
L’intervento e la restituzione delle opere
Il caso ha suscitato un’ampia reazione negativa oltre che ilarità internazionale. “Non ho mai visto nessun Picasso tornare a casa, questo è certo. Ma quei disegni significano qualcosa per i genitori”, ha ironicamente commentato David Crisafulli, premier del Queensland, intervistato al programma australiano Nine Today. “Diamo ai bambini i loro lavoretti e andiamo avanti con le nostre vite”.
Anche il Dipartimento dell’Istruzione è intervenuto, insistendo sul fatto che i genitori hanno un diritto legale sulle opere dei propri figli: “In base al Regolamento Nazionale sui Servizi Educativi e di Assistenza, i genitori possono richiedere una determinata documentazione relativa al proprio figlio. Il fornitore autorizzato deve rendere disponibile la documentazione su richiesta”, disegni inclusi, ha affermato un portavoce. La scorsa settimana il Dipartimento dell’Istruzione ha confermato che le “opere d’arte” dei bambini erano state recuperata e che i genitori non sarebbero stati incriminati per i “presunti furti”.
“Questi importanti documenti sono ora a disposizione delle famiglie per essere ritirati”, ha affermato un portavoce della Creche and Kindergarten Association.