Abuso finanziario sugli anziani: quando i genitori (e i nonni) diventano il bancomat di famiglia
- 22 Settembre 2025
- Famiglia
Genitori e nonni come ‘bancomat’ sempre pronti a cui attingere, anche contro la loro volontà e i loro interessi, complice il difficile contesto economico che rende complesso per chi è più giovane ‘farsi una vita’. È il sempre più diffuso fenomeno dell’abuso finanziario sugli anziani, che spesso hanno risparmi, una pensione e magari uno o più immobili. Il genitore o il nonno con qualcosa da parte, insomma, diventano oggetto di pretese e pressioni: devi darmi i tuoi soldi e la tua casa (la cosiddetta ‘impazienza ereditaria’), oppure non devi spendere nulla in modo che a me rimanga un’eredità più sostanziosa in futuro (è la ‘conservazione dell’eredità’).
Di maltrattamenti agli anziani si sente parlare abbastanza frequentemente, dalle ‘residenze’ lager alle truffe, ma questa tipologia è ancora più insidiosa. Da una parte perché molto spesso non viene denunciata, facendo rimanere il fenomeno sottotraccia, dall’altra perché viene dai propri cari, dalle persone più vicine, con un carico emotivo e affettivo, oltre che economico, gravissimo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) si tratta di uno dei maltrattamenti di cui possono essere vittima le persone anziane e come tale è una violazione dei diritti umani.
Cos’è l’abuso finanziario sugli anziani
“Voglio l’eredità e la voglio subito”: è questa la pretesa alla base dell’abuso finanziario, che si concretizza nell’appropriazione e nell’utilizzo illegale o scorretto di beni, proprietà o fondi di una persona in situazione di vulnerabilità e fragilità. Nel caso dei familiari, l’autore frequentemente è economicamente dipendente dalla vittima, che a sua volta dipende fisicamente dall’abusante in quanto non autonomo o non lucido. Nella pratica, l’abuso finanziario può avere molti volti:
• l’uso non autorizzato del denaro, dei beni o delle proprietà dell’anziano;
• l’abuso della procura (chi è titolare della procura che gestisce risorse di un anziano la usa per scopi propri)
• pressioni, minacce, intimidazioni affinché l’anziano ceda beni o proprietà o firmi qualcosa contro il suo interesse, ad esempio rispetto al testamento o attraverso la cointestazione di conti correnti o proprietà;
• uso improprio di fondi, accordi familiari sfruttati per trarne profitto, garanzie ingiuste per debiti;
• sottrazione frequente di piccole somme, sostenendo poi che non ci fossero;
• richieste gonfiate di denaro da parte dell’abusante come rimborso di quanto anticipato per l’anziano (dal supermercato ai farmaci, dalle bollette alle spese mediche fino alle commissioni svolte), oppure per ragioni personali pretestuose (multe, debiti).
Spesso l’abuso finanziario si accompagna ad altre forme di maltrattamento: psicologico, negligenza, isolamento che impediscono all’anziano di difendersi o denunciare. Senza contare che la vittima spesso non si accorge dell’imbroglio oppure è portata a pensare che sia normale e giusto che i figli o familiari amministrino i propri beni. In molti casi è poi una necessità, se l’anziano non può gestirli autonomamente.
Oms: l’abuso finanziario tocca il 6,8% degli anziani
Secondo i dati Oms (stime 2017), l’abuso finanziario ha un’incidenza a livello globale del 6,8%, una percentuale significativamente inferiore a quella dell’abuso psicologico (11,6%) ma superiore a quella della negligenza (4,2%), dell’abuso fisico (2,6%) e dell’abuso sessuale (0,9%). Per citare altri dati, nel 2013 sono stati pubblicati i risultati dello studio ABUEL (ABUse of the ELderly in Europe), condotto in sette Stati europei (Germania, Grecia, Italia, Lituania, Portogallo, Spagna e Svezia) coinvolgendo 4467 persone con età compresa tra 60 e 84 anni. L’abuso finanziario è stato dichiarato dal 3,8% del campione, il 2,7% in Italia.
La tempesta perfetta
Questa tipologia di abuso è sempre più diffusa nei Paesi sviluppati, anche se spesso, come in Italia, non esistono dati organici e precisi e dunque è molto probabilmente sottostimata. Anche perché si consuma spessissimo sottotraccia, tra le pareti di casa, senza finire in tribunale. Non solo perché l’anziano potrebbe non essere del tutto lucido o autonomo, ma soprattutto perché coinvolgendo i suoi familiari, figli o nipoti, rimane taciuto per vergogna o dispiacere.
Il fenomeno tuttavia è destinato ad aumentare, per due tendenze che creano la tempesta perfetta: l’invecchiamento della popolazione e il difficile contesto economico.
L’Oms prevede che gli over 60 raddoppieranno entro il 2050 da 900 milioni nel 2015 a circa 2 miliardi, allargando dunque parecchio la platea di potenziali vittime, con gli over 75 maggiormente a rischio. Gli anziani inoltre detengono una parte importante di ricchezza. Grazie, ad esempio, alle liquidazioni o ai fondi pensioni, o alla proprietà di immobili che spesso hanno guadagnato valore. I fondi pensione in particolare sono in crescita, il che significa: tanti soldi.
Questo si scontra con le difficoltà delle generazioni più giovani, che faticano a comprare casa e a stabilizzarsi lavorativamente, e alle prese con stipendi inadeguati al costo della vita (ma anche con stili di vita più complessi delle generazioni precedenti).
Anziani senza risorse per sé: si può prevenire?
Le conseguenze per chi è vittima di pressioni economiche dai propri familiari sono importanti: intanto devastazione finanziaria, mancanza di risorse da spendere per la propria salute o per la propria assistenza (con conseguente rischio di aggravare il declino cognitivo e fisico) e possibile ricollocamento in case di cura; e poi anche depressione e deterioramento dei rapporti con chi dovrebbe essere più vicino, a causa delle pressioni e delle minacce.
Cosa si può fare per arginare l’abuso finanziario? Innanzitutto, sarebbe necessario aumentare la consapevolezza degli anziani circa i propri diritti e i rischi a cui vanno incontro anche nel caso di soluzioni all’apparenza sensate e pratiche come banalmente cointestare il proprio conto corrente. L’Oms raccomanda proprio di implementare programmi di gestione del denaro rivolti agli anziani vulnerabili allo sfruttamento finanziario.
Poi è essenziale formare il personale, sia quello che opera in ambito finanziario sia quello dedicato all’aiuto di chi è avanti con gli anni, in modo da individuare questo tipo di sfruttamento. Infine, servirebbero dati omogenei sulla questione, e norme ad hoc. Per rimanere all’Italia, per contrastare il fenomeno oggi esistono i reati di circonvenzione di incapace, truffa e altre norme legate all’amministrazione di sostegno, come ad esempio quelle che consentono di annullare atti compiuti in violazione dei limiti fissati dal giudice tutelare.