1 famiglia su 4 fatica a pagare le cure, trend in aumento
- 21/06/2023
- Famiglia
Un quarto delle famiglie italiane denuncia difficoltà economiche relativamente alle prestazioni sanitarie. Nel 2022 questa difficoltà si conferma maggiore soprattutto per i cittadini delle regioni meridionali (28,5%) e delle Isole (30,5%). Inoltre, un terzo dei cittadini (33,3%) afferma di aver dovuto rinunciare a prestazioni e/o interventi sanitari per indisponibilità delle strutture sanitarie. E i dati del 2023 confermano questo andamento e lo indicano in aumento. Sono alcuni dati riportati nella ricerca ‘Il Termometro della Salute‘, promossa dall’Osservatorio Salute, Legalità e Previdenza Eurispes-Enpam, presentata a Roma.
Gli italiani, ogni anno, spendono ‘di tasca propria’ in salute per prestazioni e farmaci in tutto o in parte (pagamento di un ticket) non coperti dal Servizio sanitario nazionale quasi 40 miliardi di euro, raggiungendo una quota del Pil superiore al 2%.
I ‘viaggi della speranza’
In Italia si intensifica il fenomeno della ‘mobilità sanitaria‘, generato dalla necessità di rivolgersi a strutture pubbliche di altre Regioni per ottenere prestazioni Ssn di fatto non erogabili nel territorio di residenza a causa dei deficit strutturali della sanità regionale di appartenenza. I cosiddetti ‘viaggi della speranza‘ – che nel 2018 contavano quasi 1,5 milioni di cittadini che per curarsi hanno dovuto andare in un’altra regione – nel triennio del Covid si sono contratti per le restrizioni nella libera circolazione e l’appesantimento della maggior parte degli ospedali, ma considerando i dati 2018 emergono forti squilibri territoriali relativamente ai pazienti in ‘ingresso’ e in ‘uscita’ tra le diverse sanità regionali.
In particolare, le Regioni con un saldo attivo sono Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana, e quelle che invece depauperano il loro budget sanitario sono quasi tutte le rimanenti Regioni centro-meridionali. Inoltre, gli importi versati dalle Regioni che ‘cedono’ pazienti a quelle in grado di erogare le prestazioni determinano una ulteriore difficoltà in budget sanitari già compressi dai piani di rientro. All’opposto – si legge nella ricerca – le Regioni che erogano molte prestazioni a cittadini non residenti possono contare su di un over-budget che rende possibili investimenti in strutture e personale, di cui beneficiano in primo luogo i cittadini residenti.
La ‘forbice’ Nord e Centro-Sud si allarga
In termini di efficienza, la ‘forbice’ tra alcune Regioni del Nord e quelle del Centro-Sud, inevitabilmente si allarga. Ai due estremi, nel 2018 la Regione Lombardia ha riscontrato un saldo positivo di quasi 809 milioni di euro, mentre la Regione Calabria un deficit di quasi 320 milioni di euro e la Regione Campania di più di 302 milioni. Anche da ciò derivano impatti quali quello del mancato turnover del personale medico e infermieristico.
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