Portogallo, agevolazioni fiscali per dieci anni contro la fuga dei cervelli. E l’Italia?
Il Portogallo ha deciso di cambiare strategia per affrontare una delle sue problematiche più complesse: la fuga dei cervelli.
Dopo essere stato un paradiso fiscale per i pensionati grazie a politiche fiscali agevolate, ora il governo guidato da Luís Montenegro vuole concentrare gli sforzi sui giovani. L’esecutivo di centrodestra ha inserito nella Legge di bilancio un piano di agevolazioni fiscali per i lavoratori sotto i 35 anni, con l’obiettivo di trattenere i talenti in patria, dopo che 361mila giovani hanno lasciato il Paese tra il 2008 e il 2023.
Agevolazioni per i giovani in Portogallo
Una premessa è d’obbligo prima di approfondire le misure proposte dal premier Montenegro: l’approvazione della finanziaria portoghese non è scontata così come i singoli provvedimenti.
Una valutazione attenta, però, rileva come i minori ricavi attesi (tassazione agevolata) possono dare luogo a un’economia più solida nei prossimi anni. Anche subito, secondo le stime del governo di Lisbona, che, in caso di approvazione delle misure, prevede una crescita del Pil del 2% nel 2024 e nel 2025.
Il piano anti fuga dei cervelli prevede ingenti agevolazioni fiscali per dieci anni:
- Primo anno: esenzione totale dalle tasse per il primo anno di lavoro dei giovani sotto i 35 anni;
- Dal secondo al quarto anno: esonero del 75% delle imposte sui redditi da lavoro;
- Dal quinto al settimo anno: esonero del 50% delle imposte;
- Dall’ottavo al decimo anno: l’esenzione scende al 25% delle imposte dovute.
Un Paese “amico dei giovani”
Il premier Montenegro, al governo da aprile, ha detto che vuole rendere il Portogallo ‘più amico dei giovani’ evitando che lascino il Paese.
Le cause della fuga dei cervelli sono simili a quelle dell’Italia: salari bassi e prezzi degli affitti alti. Nel contesto portoghese, questa situazione è aggravata dall’arrivo dell’arrivo dei ricchi pensionati, attratti dalle precedenti politiche fiscali vantaggiose.
Il contesto che ha portato a questa inversione di rotta è legato al caro affitti, in gran parte causato dall’afflusso di pensionati stranieri. L’aumento del costo degli alloggi ha spinto molti giovani a emigrare, in particolare verso Francia e Germania. Le nuove misure fiscali mirano a invertire questa tendenza, cercando di trattenere i laureati e i lavoratori qualificati in Portogallo.
Incentivi per alcuni settori
Oltre alle agevolazioni fiscali per i giovani, la legge finanziaria del governo prevede anche altri interventi per stimolare l’economia. Tra questi, l’aumento degli stipendi per insegnanti, lavoratori della sanità e della polizia, nonché un investimento pubblico considerevole.
Un altro intervento previsto riguarda la riduzione dell’aliquota dell’imposta sulle società, una misura che ha sollevato dibattiti accesi in Parlamento, soprattutto tra il governo di minoranza conservatore e i socialisti, i cui voti saranno necessari per l’approvazione definitiva del piano.
Incentivi per il rientro dei cervelli: come sono cambiati in Italia dal 2024
Anche l’Italia sta provando a fronteggiare la fuga dei cervelli, che da anni appesantisce il già cupo quadro demografico del Paese. Ci sono sempre meno nascite (e anche gli immigrati fanno meno figli), e di quelli che lasciano l’Italia, solo un giovane su tre ritorna nel Belpaese.
Salari bassi, assenza di prospettiva e scarso riconoscimento del merito sono le cause principali che spingono i giovani italiani a cercare lavoro fuori dai confini nazionali.
Il regime fiscale del rientro dei cervelli è stato introdotto nel 2019 ed è stato ampiamente revisionato con la scorsa Legge di Bilancio. Le misure sono molto meno impattanti di quelle proposte da Lisbona.
Il nuovo regime del rientro dei cervelli prevede una detassazione del 50% del reddito complessivo prodotto in Italia, in presenza di determinati requisiti. Se il lavoratore si trasferisce in Italia con un figlio minore o in caso di nascita (o adozione) di un minore durante il periodo di agevolazione, la detassazione sale al 60%. Da quest’anno, però, è stato introdotto un limite massimo annuo di reddito agevolabile, ovvero 600.000 euro.
Fino al 2023 l’agevolazione consisteva nella detassazione del 70% del reddito complessivo, aumentato al 90% per i lavoratori che si trasferivano nelle Regioni del Sud; non esisteva un tetto massimo di reddito agevolabile ed erano agevolati anche i redditi d’impresa, in forma individuale.
L’agevolazione fiscale 2024 si applica ai redditi di lavoro dipendente e assimilati e ai redditi di lavoro autonomo per i contribuenti che:
- non sono stati fiscalmente residenti in Italia nei 3 anni precedenti al rientro (fino al 2023 bastava essere stati fiscalmente residenti all’estero nei 2 anni precedenti);
- mantengano la residenza fiscale per almeno 4 anni. In caso contrario, il lavoratore decade dall’agevolazione e l’Agenzia delle Entrate provvederà al recupero delle imposte non versate e dei relativi interessi;
- svolgano l’attività lavorativa prevalentemente in Italia, quindi per almeno 183 giorni all’anno.
Se il lavoratore che rientra in Italia prosegue l’attività lavorativa alle dipendenze dello stesso datore di lavoro (o di uno appartenente allo stesso gruppo), la permanenza all’estero deve essere di: 6 anni, se il lavoratore non ha lavorato in Italia a favore dello stesso datore di lavoro; 7 anni, se il lavoratore, prima del suo trasferimento all’estero, ha lavorato alle dipendenze dello stesso datore di lavoro.
Qualifica e durata dell’agevolazione
Le nuove regole del rientro dei cervelli restringono le tipologie di lavoratori a cui spetta l’incentivo. Dal 2024 accedono all’agevolazione solo i lavoratori con requisiti di elevata qualificazione o specializzazione, mentre fino all’anno scorso non c’era alcuna distinzione per tipologia di attività svolta né per qualifica o specializzazione.
La durata dell’agevolazione fiscale è rimasta invariata a 5 anni dal trasferimento della residenza fiscale in Italia. In via eccezionale, il lavoratore che ha trasferito la residenza anagrafica nel corso di quest’anno, gode di un beneficio fiscale si applica per ulteriori tre periodi d’imposta, a condizione che abbia acquistato, entro il 31 dicembre 2023 e, in ogni caso nei 12 mesi precedenti il trasferimento, un immobile destinato alla sua residenza abituale in Italia.
Fino al 2023 la durata dell’agevolazione poteva essere prorogata per ulteriori 5 anni in caso di acquisto di un immobile di tipo residenziale o in presenza di figli minori o a carico, al rientro in Italia e non prima che questo avvenisse.
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