Perché matrimonio e figli non sono più certezze per i giovani?
- 24 Novembre 2025
- Famiglia
Il desiderio di sposarsi e costruire una famiglia sta cambiando radicalmente, trasformandosi da “tappa obbligata e scontata” a “scelta consapevole” e, per molti, persino a un obiettivo sempre più incerto. Mentre i tassi di denatalità aumentano in tutto il mondo, un’analisi comparativa tra Stati Uniti e Italia mostra due aspetti complementari di questa trasformazione: il calo netto dell’aspirazione e il conflitto tra il forte desiderio e le barriere strutturali.
Il crollo del desiderio negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti, il declino del desiderio matrimoniale tra i giovani è drammatico e misurabile. Secondo i più recenti dati del Pew Research Center e dell’Università del Michigan, nel 2023, solo il 67% degli studenti delle scuole superiori ha espresso il desiderio di sposarsi un giorno, una cifra che si scontra con l’80% registrato nel 1993. Nello stesso arco di tempo, la percentuale di studenti che si è dichiarata non sicura riguardo a questa scelta è aumentata, passando dal 16% al 24%.
Questo cambiamento è accompagnato da un generale ridimensionamento delle aspettative di vita familiare: la percentuale di studenti che afferma di voler avere figli è calata dal 64% al 48% tra il 1993 e il 2023. Anche la tradizionale idea di coppia ne risente, con la percentuale di intervistati che si immagina con un solo partner scesa dal 59% al 51%.
Il fattore “Gender gap”
Il dato più significativo, tuttavia, riguarda la profonda inversione nelle aspirazioni di genere. Oggi, sono le adolescenti statunitensi a mostrarsi più “pessimiste”. Nel 2023, la percentuale di adolescenti femmine che desidera convolare a nozze (61%) è inferiore rispetto ai coetanei maschi (74%). Questo è un cambiamento storico rispetto al 1993, quando era vero il contrario: l’83% delle ragazze voleva sposarsi contro il 76% dei ragazzi. In sintesi, mentre l’aspirazione matrimoniale per i ragazzi è rimasta pressoché stabile in trent’anni, per le ragazze è diminuita di ben 22 punti percentuali. Sono proprio le femmine, inoltre, a esprimere sempre meno la voglia di costruire famiglia e avere figli.
Matrimonio e figli: quando diventano scelte consapevoli
Questa tendenza non è solo un sintomo di apatia, ma riflette l’emergere di scelte di vita consapevoli in molti Paesi ad alto reddito.
Il movimento 4B
Un esempio estremo è il 4B Movement in Corea del Sud, un movimento esclusivamente femminile che funge da protesta contro il patriarcato e le forti pressioni sociali. Le aderenti rifiutano quattro punti fondamentali: appuntamenti, sesso, matrimonio e figli. Questo fenomeno, che mira all’indipendenza personale ed economica delle donne, si inserisce in una profonda crisi demografica e simboleggia un cambiamento culturale generazionale.
Le coppie “Dink”
In altri contesti, è stato coniato il termine Dink (acronimo di “Dual Income, No Kids”, ovvero “Doppio reddito, niente figli“). Queste sono coppie che, per scelta o circostanza, decidono di concentrarsi su carriera, viaggi, passioni e hobby anziché sulla genitorialità.
Il paradosso italiano: aspirazioni bloccate dalla realtà
A differenza del netto calo del desiderio negli Stati Uniti, l’Italia presenta un paradosso evidente: l’aspirazione di formare una famiglia è alta, ma la sua realizzazione è bloccata da ostacoli esterni. In Italia, il desiderio di vivere in coppia è diffuso (74,5% degli adolescenti) e, tra coloro che vogliono vivere in coppia, il matrimonio resta la modalità ampiamente preferita per formare una famiglia (72,5%). Anche l’incidenza di chi vuole avere figli cresce con l’età, raggiungendo il 73,1% nella fascia 17-19 anni.
Ciò che colpisce è la discordanza tra l’aspirazione e la realtà anagrafica. Una larga maggioranza di giovanissimi italiani (il 76,9%) vorrebbe sposarsi entro i 30 anni. Per le ragazze, questa aspirazione è ancora più forte (80,7%). Ma nonostante questo desiderio di convolare a nozze presto, l’età media effettiva al primo matrimonio nel 2023 era sensibilmente più alta: 34,7 anni per gli uomini e 32,7 anni per le donne.
Questa forte divergenza tra le legittime aspirazioni giovanili e la realtà odierna non è dovuta a una crisi del desiderio, ma a fattori strutturali che l’Istat ha identificato come causa della contrazione della natalità:
1. Le condizioni di precarietà del lavoro giovanile.
2. La difficoltà di accedere al mercato delle abitazioni.
3. L’allungarsi dei tempi di formazione.
Questi elementi tendono a posticipare l’uscita dal nucleo familiare di origine e, di conseguenza, a posticipare o persino a far rinunciare alla genitorialità. L’Istat sottolinea che dovrebbe far riflettere il fatto che solo il 69,4% dei giovanissimi abbia espresso chiaramente il desiderio di avere figli. Per invertire la contrazione demografica italiana, non basta stimolare il desiderio – che rispetto agli Stati Uniti è ancora presente – ma è necessario che la parte di giovani ancora indecisa (pari al 21,8%) sia messa nelle condizioni di poter cambiare idea in futuro.
In conclusione, se negli Stati Uniti si assiste a una crescente scelta di rinuncia basata sul pessimismo delle giovani donne, in Italia la sfida è diversa: i giovani desiderano ancora il matrimonio e i figli, ma sono prigionieri di un sistema socioeconomico che ritarda e ostacola la trasformazione di quel desiderio in realtà.

