Patriotic education, negli Usa la scuola si fa patriottica
- 18 Settembre 2025
- Mondo
Nelle scuole americane presto i fondi pubblici non premieranno più l’innovazione didattica o l’inclusione sociale, ma la capacità di trasmettere patriottismo. Chi non vorrà cantare le lodi dei Padri fondatori rischia di restare a bocca asciutta. È la nuova linea del Dipartimento dell’Istruzione, che il 17 settembre — nel giorno del 238° anniversario della Costituzione — ha annunciato la sua quinta priorità supplementare per i finanziamenti federali: la “patriotic education”. Tradotto: oltre 160 milioni di dollari di finanziamenti competitivi saranno assegnati alle scuole che presenteranno progetti capaci di esaltare i valori fondativi degli Stati Uniti, il loro eccezionalismo storico, le battaglie civili che hanno ampliato i diritti costituzionali.
Nell’annunciare la misura, la segretaria all’Istruzione Linda McMahon ha sottolineato la necessità di “insegnare alle future generazioni i principi fondanti, le istituzioni politiche e la storia ricca di questo Paese”, presentandola come un passo obbligato per rafforzare l’identità nazionale. Secondo la sua visione, l’educazione patriottica non è propaganda, ma un modo per restituire ai giovani una prospettiva “unificante e ispiratrice”. L’operazione, però, arriva in un Paese già diviso: nel 2020 l’amministrazione Trump aveva lanciato la “1776 Commission” per contrastare i racconti ritenuti troppo critici, mentre 20 Stati hanno approvato leggi che limitano la libertà degli insegnanti nel trattare razzismo e sessismo.
Il nuovo corso non è neutro nemmeno nelle alleanze: la nascente America 250 Civics Coalition include realtà come Hillsdale College, PragerU e Turning Point USA, organizzazioni che promuovono da anni una visione conservatrice della storia nazionale. Con il nuovo meccanismo, i finanziamenti federali competitivi saranno accessibili a chi presenterà progetti in linea con questa impostazione. In questo modo, l’educazione patriottica entra ufficialmente nei criteri di assegnazione dei fondi e diventa parte integrante delle politiche scolastiche statunitensi.
E in Italia?
Mentre negli Stati Uniti il patriottismo diventa criterio di finanziamento, in Italia l’educazione civica resta un terreno fragile. Dal 2020 è materia obbligatoria in tutte le scuole, con almeno 33 ore annue, aggiornata nel 2024 con nuove linee guida che includono Costituzione, cittadinanza digitale e sostenibilità. L’applicazione varia però da scuola a scuola: non esiste un docente dedicato e le ore sono spesso distribuite tra più discipline, con approcci differenti.
Nel frattempo, la distanza tra giovani e istituzioni si allarga. Secondo l’OECD Survey on Drivers of Trust in Public Institutions 2024, solo il 36% degli italiani dichiara di avere fiducia alta o moderata nel governo nazionale. La percentuale scende ancora tra i 18-29enni, che mostrano diffidenza anche verso Parlamento (31%) e partiti (19%). I dati mostrano un livello di fiducia istituzionale più basso rispetto alla media europea.
Eppure, l’identità nazionale non scompare. Un sondaggio Focus2030 del 2024 mostra che l’84% degli italiani considera l’identità nazionale importante, ma il 69% attribuisce valore anche alla cittadinanza europea. Una frattura netta corre lungo le generazioni: gli over 55 si riconoscono soprattutto nella nazione, i più giovani accettano con naturalezza identità multiple. Qui emerge la distanza dal modello americano: negli Stati Uniti si celebra l’eccezionalismo, in Italia le nuove generazioni guardano anche all’Europa e al mondo digitale. Il quadro trova conferma nell’ultimo Eurobarometro: il 52% degli europei dichiara di fidarsi dell’Unione, percentuale più alta dal 2007, con punte del 59% tra gli under 25. In Italia il dato si attesta al 49%, comunque ben sopra la fiducia verso governo (34%) e sistema giudiziario (28%).
Il rapporto ASviS 2025 rileva, inoltre, che i giovani chiedono maggiore partecipazione e coinvolgimento nei processi decisionali, in particolare su temi come ambiente, diritti e lavoro. Qui si inserisce la distinzione tra “patriottismo cieco”, legato a obbedienza e tradizione, e “patriottismo costruttivo”, connesso a universalismo e responsabilità. La Generazione Z italiana tende chiaramente verso il secondo.
Educazione civica in Italia
Sulla carta l’Italia ha fatto un passo avanti. Dal 2020 l’educazione civica è tornata materia obbligatoria, e dal 2024 esistono linee guida che ne definiscono contenuti e obiettivi. Gli assi portanti — Costituzione, cittadinanza digitale, sviluppo sostenibile — fotografano un impianto moderno, che tiene insieme democrazia rappresentativa e sfide globali, distante dalla logica americana dei simboli.
La realtà quotidiana, però, racconta altro. L’organizzazione resta affidata ai consigli di classe: non c’è un docente titolare della materia e questo porta a modelli applicativi diversi. In alcune scuole l’educazione civica si traduce in progetti strutturati — laboratori, simulazioni parlamentari, giornalini scolastici — mentre in altri casi si limita a poche lezioni frontali. Le differenze territoriali e di risorse incidono sul livello di attuazione.
Lo conferma l’European Values Study: i giovani italiani hanno identità multiple, ma conoscenze istituzionali fragili. Molti non distinguono chiaramente le funzioni di Parlamento e Governo, e solo una minoranza partecipa ad attività di cittadinanza attiva. Ne emerge un quadro in cui l’impianto normativo è ambizioso, ma l’applicazione pratica risente di frammentazione e disomogeneità.