Katia Buchicchio, la prima Miss Italia con l’apparecchio
- 17 Settembre 2025
- Giovani Popolazione
Il trionfo di Katia Buchicchio a Miss Italia 2025 segna una svolta nel concorso di bellezza più seguito del Paese: per la prima volta, a conquistare la corona di donna più bella d’Italia è stata una ragazza con l’apparecchio dentale.
La diciottenne lucana, che tra l’altro studia per diventare dentista, è l’immagine di una società in evoluzione, che, seppure a fatica, sta scardinando decenni di rigidi canoni estetici.
Dalle “maggiorate” alla body positivity: 80 anni di trasformazioni sociali
La storia del concorso Miss Italia rivela come gli ideali di bellezza riflettano sempre i cambiamenti demografici e sociali del Paese. Negli anni Cinquanta, le “maggiorate” incarnavano l’Italia della ricostruzione postbellica: donne dalle forme abbondanti come Gina Lollobrigida e Sophia Loren rappresentavano la rinascita e la fertilità di un popolo che guardava al futuro con fiducia.
Gli anni Ottanta e Novanta segnarono invece l’avvento della “perfezione standardizzata”: miss alte, snelle, con tratti regolari che rispecchiavano l’immaginario delle top model internazionali. Questo cambiamento coincise con l’urbanizzazione crescente e l’affermazione di nuovi modelli di consumo di matrice capitalistica.
Gli anni Venti del Duemila rappresentano un altro step di questa evoluzione, che secondo recenti ricerche è rafforzata da una matrice fisiologica. Rispetto alle precedenti, infatti, la Generazione Z italiana (nati tra il 1997 e il 2012) presenta:
- Maggiore accettazione della diversità corporea;
- Rifiuto degli standard estetici irraggiungibili;
- Valorizzazione dell’autenticità nelle relazioni sociali.
Elementi fondamentali nel plasmare una nuova idea di bellezza.
L’apparecchio come simbolo di un cambiamento culturale
Il sorriso che, dietro lo scintillio dell’apparecchio, brilla senza paura in diretta nazionale è il manifesto di una generazione che trasforma le imperfezioni in punti di forza. O, semplicemente, in elementi naturali, da cui non deve scaturire alcun tipo di discriminazione.
In ultima istanza l’incoronazione di Katia Buchicchio è la più alta espressione mediatica italiana della body positivity, movimento nato negli Stati Uniti e diffusosi in Europa.
Miss Italia come termometro demografico
Analizzando le ottanta edizioni di Miss Italia emerge un pattern chiaro: ogni epoca premia la bellezza che rispecchia i suoi valori dominanti. Le “maggiorate” degli anni Cinquanta rispondevano al bisogno di rinascita di una società distrutta dalla guerra. Le miss “perfette” degli anni Ottanta-Novanta incarnavano l’Italia del miracolo economico e del consumismo.
Oggi Katia rappresenta l’Italia delle seconde generazioni, dell’inclusività, della sostenibilità ambientale e sociale, battaglie che anche Robert Redford, la star di Hollywood scomparsa ieri all’età di 89 anni, ha portato avanti con coerenza e dedizione. Il riferimento moderno è la bellezza assoluta, nel senso etimologico del termine: sciolta da tutto il resto, priva di pregiudizi e, quindi, autentica.
La discriminazione resiste ancora
Il trionfo della ragazza lucana, con il suo apparecchio odontoiatrico, non cancella di colpo la discriminazione, ancora presente nella nostra società. Anzi, qualche giorno fa, proprio in occasione di un concorso di bellezza, è arrivato un segnale opposto: dopo aver vinto “Miss Trieste”, Vittoria Maculan, 16 anni, è stata offesa sui social per il colore della sua pelle.
La ragazza è nata a Verona da madre italiana e padre senegalese ed è cresciuta in Italia come ribadito da Luca Zaia: “Non scherziamo: Vittoria è veneta, ha una sola cittadinanza, quella italiana”, ha detto il governatore del Veneto, che poi, in linea con la sua comunicazione molto diretta, ha aggiunto: “Forse qualcuno pensa a una Miss Genoma, ma è fuori dal mondo”.
Per approfondire: Miss Trieste: nata a Verona, ma insultata per il colore della pelle
Anche se quello della bellezza è particolarmente esposto, la discriminazione non risparmia gli altri settori, come quello dello sport. Lo sa bene Iliass Aouani, il maratoneta italiano di origini marocchine che due giorni fa, fresco di una storica medaglia di bronzo ai Mondiali di Tokyo, ha detto ai microfoni di Rai Sport: “Chi se ne frega se ora diranno che non sono italiano. Non mi frega se diranno che sono un altro naturalizzato, un altro rubato dal Marocco o che Aouani è un cognome tipico sardo. “Io sono orgogliosamente italiano, sono felicissimo di aver alzato il tricolore e di aver dato prestigio al mio Paese, che mi ha dato tantissimo”.
Quale sarà l’ideale di bellezza del futuro?
L’incoronazione di Katia Buchicchio potrebbe essere l’anticamera di tendenze demografiche importanti. La Generazione Alpha (nati dal 2013 in poi) crescerà con un modello di bellezza più reale, che accolga persone con disturbi alimentari e dismorfie corporee, a lungo e ancora discriminate dalla società.
La democratizzazione della bellezza, iniziata sui social media con filtri “anti-perfezione” e influencer “normali”, trova in Miss Italia 2025 la sua consacrazione sul piccolo schermo. Sarà un punto di arrivo o un nuovo punto di partenza?