Festa della Donna, a Lodi il primo stadio di calcio italiano intitolato a delle donne
- 07/03/2025
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In occasione della Festa della Donna, lo stadio di Lodi sta per diventare il primo in Italia intitolato a delle sportive. Un importante riconoscimento per le pioniere del calcio femminile, le sorelle Boccalini, che presto daranno il nome allo stadio “Dossenina”, sede delle partite del Fanfulla Calcio. Le sorelle Boccalini sono state le fondatrici della prima squadra di calcio femminile in Italia durante il periodo fascista, opponendosi al regime del Duce.
Chi erano le sorelle Boccalini
La storia di queste coraggiose donne inizia nel 1933, quando Giovanna Boccalini – che diventerà in seguito partigiana e poi assessora a Milano – fondò il primo team calcistico femminile italiano. Nel suo progetto coinvolse le sorelle Marta, Rosetta e Luisa, creando così il Gruppo Femminile Calcistico.
L’impresa fu tutt’altro che semplice. Nonostante le forti restrizioni imposte dal regime fascista, le sorelle riuscirono a ottenere il permesso di giocare, ma dovettero accettare regole discriminatorie: erano obbligate a indossare gonne anziché pantaloncini, a schierare un portiere maschio e potevano effettuare solo tiri rasoterra. Queste limitazioni non fermarono però il loro desiderio di praticare uno sport considerato esclusivamente maschile.
Il loro contributo alla storia sportiva italiana è stato già riconosciuto nel 2021 dalla città di Milano, che ha intitolato al Gruppo Femminile Calcistico una strada all’interno del Parco Sempione, alle spalle dell’Arena Civica.
Le polemiche sull’intitolazione
La decisione di rinominare lo stadio di Lodi ha però scatenato un’accesa polemica politica. Il punto cruciale delle critiche riguarda le modalità con cui questa scelta è stata presa.
Le voci critiche, riportate da Il Cittadini di Lodi, sono numerose e provengono principalmente dall’opposizione. Eleonora Ferri, capogruppo della Lega, ha attaccato duramente la decisione definendola “una scelta non condivisa in alcun modo, nonostante si tratti dello stadio della città”. Secondo Ferri, l’amministrazione avrebbe potuto “proporre nominativi legati al mondo dello sport e condividerli” invece di prendere una decisione che appare motivata ideologicamente. Anche Giusy Molinari del Gruppo Misto ha espresso perplessità, sottolineando che “prima di arrivarci sarebbe stata opportuna una sistemazione dello stadio stesso, che è in condizioni critiche”. Molinari ha inoltre evidenziato la mancanza di consultazione con cittadini e tifosi, suggerendo che sarebbe stato più appropriato presentare diverse proposte tra cui scegliere.
Critiche simili sono arrivate da Giulia Baggi, capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha posto l’accento sulle condizioni dell’impianto: “Prima di procedere con l’intitolazione, l’amministrazione comunale dovrebbe occuparsi prioritariamente di riqualificazione e messa in sicurezza”. Secondo Baggi, la scelta sembra “più dettata da esigenze ideologiche che da un reale interesse per la città”.
Gianmario Invernizzi della lista Sara Casanova Sindaco ha invece posto l’accento sul valore storico del nome attuale: “Ha più di cento anni e si è sempre chiamato ‘Dossenina’: che senso ha cambiare un nome che fa parte della storia della città?”. Invernizzi ha inoltre riferito di aver “ricevuto decine di messaggi di persone inorridite per questa scelta”, e ha ricordato che molti avrebbero preferito un’eventuale dedica a Gianpiero Marini, “unico calciatore lodigiano che ha vinto una Coppa del mondo”.
Il percorso dell’intitolazione
L’iniziativa di intitolare lo stadio alle sorelle Boccalini ha ricevuto il sostegno di Lodi Civica ed è nata dall’impegno di due associazioni: “Se Non Ora Quando” di Lodi e “Toponomastica Femminile”. Nonostante le polemiche, il processo di rinomina prosegue, anche se resta da completare il passaggio formale della delibera di giunta.
L’inaugurazione dello stadio “Dossenina” risale al 3 ottobre 1920, e dopo oltre un secolo potrebbe quindi assumere un nuovo nome, celebrando così quattro donne che hanno sfidato convenzioni e limitazioni per aprire la strada alle calciatrici italiane di oggi.